Bambini,  Mamme

[libri] Favole al telefono di Gianni Rodari

Qualche giorno fa una mamma mi ha chiesto consigli per le fiabe da raccontare ai bambini.

Quando pensiamo alle fiabe la mante va subito alle fiabe classiche tipo Biancaneve.

Da quando ho dovuto analizzarle in versione originale per un lavoro didattico io le o decisamente accantonate. Le versioni che leggiamo sui libretti per i piccoli sono versioni completamente diverse dall’originale, edulcorate e modificate fin nei dettagli perchè altrimenti sarebbero improponibili per i bambini.


Decisamente non mi piacciono più!

Per fortuna ci sono degli autori (anche molti italiani) più moderni che hanno scritto favole splendide che contengono una morale splendida unita ad uno stile speciale.

La mia prima scelta in assoluto è Gianni Rodari.

Scoperto per caso negli anni della scuola elementare grazie al consiglio di una vecchia cartolaia (di quelle che sapevano consigliare davvero e non stavano nel negozio solo per vendere qualsiasi cosa…).

La mia mamma era l’unica che mi comprava libri anche quando non c’erano ricorrenze e Gianni Rodari per me è arrivato proprio così ed è stata una rivelazione, diciamo la prima di una lunga serie di rivelazioni letterarie che ancora mi accompagnano.

Tutti i suoi libri sono splendidi e vanno bene da 0 a 99 anni, ma il mio preferito in assoluto è Favole al telefono.

LEGGI ANCHE:  Sono una mamma sull’orlo di una crisi di nervi, si può dire?

Pubblicato per la prima volta nel 1962 è ancora tremendamente attuale perché racconta la storia del ragionier Bianchi, di Varese, rappresentante farmaceutico in giro per tutta l’Italia che per stare più vicino alla sua bambina, ogni sera, alle nove in punto, le raccontava una favola al telefono.

Io ovviamente ho ancora il volume degli anni ‘70 comprato con la mia mamma, ma l’editore Einaudi pubblica ancora la stessa splendida versione illustrata da Bruno Munari.

Le favole al telefono sono tutte belle, nessuna esclusa ma una che ricordo bene è “Il paese con l’esse davanti” e voglio citarne un breve passaggio, il mio preferito:

“- Poi abbiamo lo «staccapanni».
– Vorrà dire l’attaccapanni.
– L’attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro «staccapanni» è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c’è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca. C’è lo staccapanni d’estate e quello d’inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi”

Gianni Rodari
[Il paese con l’ESSE davanti]

6Shares

3 commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *