Bambini,  Famiglia

Il bullismo psicologico nasce già alla scuola elementare

Eccomi qui a parlare di nuovo di bullismo e ancora in relazione alla scuola elementare.

Quando pensiamo a questo fenomeno siamo portati a pensare che sia appannaggio esclusivo degli adolescenti e invece è sempre più frequente nei bambini fin dalla scuola primaria.

Non sto ad analizzarne le cause, anche se il mio pensiero è che buona parte della “colpa” sia appannaggio esclusivo di noi adulti, famiglia e scuola in primis come ho scritto in Sono cambiati i bambini o sono cambiati i genitori?


Il dato di fatto è che il bullismo, sia fisico che psicologico, è sempre più frequente e i bambini colpiti non sempre riescono a “confessare” ai genitori il loro disagio perché si vergognano anche se non hanno alcuna colpa e, qualche volta, i genitori non riescono a comprendere la pericolosità e l’ampiezza della cosa.

Sembra strano occuparsi di questi argomenti per lavoro, adesso che mi trovo a viverli personalmente con i miei due figli.

Ed è proprio per il mio vissuto recente che oggi voglio scrivere in particolare di bullismo psicologico che, apparentemente, potrebbe sembrare meno grave delle aggressioni fisiche, ma che invece ha un impatto sui bambini e sugli adolescenti (e anche sugli adulti quando lo chiamiamo mobbing) altrettanto devastante.

Inoltre questo tipo di pressioni sono molto più difficili da vedere da parte di genitori ed insegnanti, quindi ancora più pericolose e difficili da arginare e documentare.

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Proprio per questo motivo noi genitori dobbiamo essere molto attenti ai più piccoli segnali di disagio, ad esempio io ho un figlio che esprime  molto le proprie emozioni e quindi mi è più facile conoscere quello che prova, mentre l’altro sembra sempre uno spaccone, non chiede mai aiuto e per capire se ha problemi devo fare i salti mortali…

Ma se temiamo qualche problema, o se ne siamo a conoscenza diretta, cosa è meglio fare?

In primis parlare subito con le maestre, cosa che io mi appresto a fare di nuovo, cercare il loro aiuto ed il loro consiglio.

Parlare anche con il nostro bambino per stimolare e cercare di “pianificare” (per quanto possibile) il comportamento corretto per far cessare le ostilità. In qualche caso è meglio reagire con fermezza (ma senza aggressività), in altri casi è meglio ignorare ed essere superiori, anche se con bambini così piccoli è davvero difficile riuscire a spiegare qual è il comportamento migliore.

Se la situazione continua o se le maestre minimizzano o addirittura colpevolizzano il vostro bambino (purtroppo qualche volta succede anche questo) è bene recarsi subito dal dirigente scolastico per pretendere provvedimenti adeguati da parte della scuola.

Nei casi più gravi si può arrivare anche alla querela nei confronti della scuola e/o della famiglia del bullo.

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Io mi ritrovo ancora nella prima fase, sono terminate le vessazioni fisiche con l’aiuto delle maestre (che vigilano maggiormente durante le ore di libertà a scuola) e mediante un comportamento più assertivo di mio figlio, ma sono cominciate le vessazioni psicologiche proprio quando si è  tirato fuori dal meccanismo del gruppo di bulli e aiutanti.

Purtroppo lo vedo quasi più angosciato per questi insulti ed isolamento che per le vessazioni fisiche precedenti.

Ancora non so bene cosa fare e mi sto documentando e cercando libri e saggi da leggere per cercare di capire ancora meglio le dinamiche e le possibili soluzioni…

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4 commenti

  • Sebalor

    Sono stata nella stessa situazione, all’inizio non ho creduto a mio figlio ( in prima mi sembrava fosse impossibile avvenissero queste cose). L’insegnante ha sempre ribaltato le cose colpevolizzando mio figlio ed dicendo che aveva difficoltà nella relazione. Dopo un anno e mezzo ho deciso di cambiar scuola, perchè a mio avviso la situazione era ormai cristallizzata. Ora lui ha un enorme astio per il “capo” del gruppo ma piano piano sta capendo che il problema non è lui ma il contesto in cui le relazioni sono state permesse e non “riconosciute”. È stato difficile, io mi sono rivolta anche a due specialiste per capire meglio la situazione. L’ insegnante alla fine ha scaricato la responsabilità sulle famiglie, ma chi ha vissuto isolato e colpito è stato un bambino di soli 6 anni che per un anno e mezzo ha tentato in tutti i modi di farsi accettare e riconoscere da un gruppo. Cercate di leggere tra le parole e soprattutto parlate co le altre amme! Se l’ insegnante minimizza e chiede le prove, riferendosi alla fervida fantasia dei bambini, coinvolgete alcuni compagni. A me è servito per “provare” la sincerità di mio figlio e prendere una decisione difficile ma necessaria.

  • carla

    Buonasera Sebalor,
    Contrariamente a quanto dici io a mio figlio credo in primis e quando mi ha raccontato qualcosa ho con ” l’ inganno” chiesto conferma agli amichetti di clase facendogli credere che era un gioco. Il mio problema è che mio figlio (6anni)è vessato dall’insegnante che spinge i bambini ad escluderlo dal gruppo se non termina le attivitá in classe. Il mio bambino ne soffre e dopo l’ ultima volta che ho chiesto all’insegnante di incoraggiarlo con le buone senza sgridarlotirandogliun orecchiola stessa mi ha risposto che il bambino a scuola non lavora per capeiccio. Ma a casa lavora per cui il problema é lí. Tra pochi giorni ho sppuntamento con il pwdiatra sperando che riesca a guidarmi in merito (poiché si rifiuta di copiare le cose alla lavagna, gli mancano 2 diottrie e le maestre lo sanno, mi hanno detto che forse forse peró potrebbe essere dislessico) dopo aver accertato lo atress del bambino provocato dalla scuols denuncieró immediatamente lr insegnanti: le vessazioni psicologiche non si dimenticano io lo so per esperienza. Non mettiamo la testa nella sabbia denunciamo perchè possa in futuro cambiare qualcosa. In conclusione dico che a mio avviso le inaegnanti di fronte ad un caso + difficile o di un bambino che esce fuori dal coro snxhe solo per sensibilitá farebbero di tutto per avere un insegnante di sostegno e fare solo il lavoro facile.VERGOGNA! LA SCUOLS ITALIANA FUNZIONS SEMPRE PEGGIO E LE INSEGNSNTI SOPRATTUTTO SE ANZISNE SONO DEMOTIVATE

  • Nicoletta

    La scuola è inadeguata io dopo bullismo e incomprensioni che si trasformavano in ingiustizie da parte degli insegnanti . Ho deciso insieme a mio marito di optare per l educazione parentale. Oggi mia figlia che è un artista dipinge crea fumetti suona canta e recita,studia a casa e ci siamo tolti un bel peso. L unico rimpianto non averlo fatto prima già dalle elementari.

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