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Bambini Plusdotati: facciamo il punto dalla parte della mamma

Bambini Plusdotati facciamo il punto dalla parte della mamma

Oggi ospitiamo un guest post speciale, tutto dedicato ai bambini plusdotati, ce ne parla Chiara autrice del blog www.mammaplusdotata.it e mamma di due ragazzini apc o gifted, come si chiamano in gergo.

E’ un argomento che mi affascina molto, sono anni che penso che sarebbe bello poter avere una scuola che riconosce queste diversità e riesce a valorizzarle, con i vari problemi con mio figlio minore a scuola (e non solo) non ho ancora trovato un professionista a cui affidarmi per capire meglio che tipo di bambino è e come fare per aiutarlo, il test per i bambini plusdotati è sempre stata una delle mie opzioni ma fin’ora ero confusa. Chiara ha finalmente acceso una luce per me e sono sicura anche per te. Leggitelo tutto!

Quando Alessia mi ha chiesto di scrivere un post sulla plusdotazione ne sono stata molto felice, ma un attimo dopo mi sono anche chiesta che informazioni era giusto dare, insomma io sono stata catapultata in questo mondo 5 anni fa e potrei raccontarvi gioie e dolori, ma ho pensato che, forse, iniziare dalle informazioni base fosse necessario per far conoscere questa realtà a chi non la conosce.


Come facevo parecchi anni fa, quando devo fare una ricerca mi siedo davanti al pc e cerco on-line sui grandi dizionari italiani il significato di questa parola. Più andavo avanti nella ricerca, più lo sconforto avanzava inesorabile, nessuno dei dizionari che ho consultato riporta questa parola.

Si parla di plusdotazione o alto potenziale cognitivo (APC) quando una persona ha una capacità cognitiva superiore alla media e più precisamente un Q.I. uguale o superiore a 130.

Come si valuta il Q.I?

Il QI (quoziente intellettivo) si ottiene attraverso la somministrazione di un test che valuta il profilo cognitivo.

Il più usato è la WISC (Wechsler Intelligence Scale for children), che si utilizza per bambini fra i 6 e i 16 anni. Dai 16 anni si usa la WAIS (Wechsler Adult Intelligence Scale). In Italia i test possono essere somministrati da psicologi, neuropsichiatri infantili e psichiatri. Per una valutazione di plusdotazione che tenga conto anche di altri aspetti oltre il QI meglio rivolgersi ad un professionista che conosca la plusdotazione .

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Ora vi starete chiedendo, come si riconosce un bambino plusdotato?

Come tutte le persone, anche i bambini sono unici ed è molto difficile creare delle categorie rigide però di norma i bambini plusdotati si fanno notare già dai primi anni di vita perché sono molto precoci a livello linguistico, alcuni imparano in autonomia a leggere e scrivere già negli anni della scuola materna, altri invece sono più attratti dalla matematica e capiscono senza bisogno di molte spiegazioni che i numeri sono composti da decine e da li al concetto di infinito il passo è davvero breve.

Mi ricordo mio figlio Ale quando era all’asilo il suo passatempo preferito era contare, aveva capito il meccanismo delle decine nel giro di una mezz’ora e non si è più fermato. Adesso che di anni ne ha 12 la matematica e le materie scientifiche sono il suo pane, ha una velocità di esecuzione degli esercizi assegnati in classe sorprendente, tanto che la sua professoressa di matematica cerca sempre di inventarsi un passatempo per lui, mentre deve aspettare i compagni.

Un grandissimo mito da sfatare è che il bambino plusdotato o apc che dir si voglia, sia il classico bambino bravo a scuola. I bambini plusdotati a scuola spesso si annoiano per due motivi principali: o conoscono già l’argomento perché era di loro interesse e allora lo hanno approfondito o perché lo recepiscono e lo rielaborano in pochi minuti.

Per il resto del tempo un bambino annoiato cosa fa? Quello che farebbe un qualsiasi bambino: si distrae o disturba. Da qui possono partire mille supposizioni: iperattività, disturbo dell’attenzione e chi più ne ha più ne metta. Basterebbe che venisse stimolato in maniera più coinvolgente e queste interruzioni sarebbero limitate e più gestibili.

Le passioni di questi bambini.

I bambini plusdotati iniziano a fare domande molto specifiche fin da piccoli, sono molto curiosi e difficilmente hanno gli stessi interessi dei compagni, perché loro approfondiscono ogni discorso, la loro domanda preferita è “perché?” e costringono l’adulto di turno a rispondere con dovizia di particolari fino a quando non pensano di aver assimilato tutte le informazioni utili. L’adulto di turno, la maggior parte della volte il genitore, ne esce sfinito!

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In casa abbiamo passato la fase, dinosauri con tanto di libri e spiegazioni delle varie tipologie, poi è arrivato il turno del sistema solare e del modellino appeso al lampadario, video e documentari su questo argomento. In seconda elementare era in fissa con la mitologia greca, e qui l’impresa è stata più ardua delle precedenti perché libri di mitologia greca per un bambino così piccolo ho faticato un poco a trovarli.

Adesso conosce a memoria tutte le parentele degli dei dell’Olimpo, mentre io che pensavo di cavarmela con la visione di Pollon!

Abbiamo attraversato anche la bellissima fase deli esperimenti scientifici. Quella è stata la fase che ho odiato di più: per accontentarlo abbiamo anche fatto eruttare un vulcano in giardino, avevo pozioni non identificate che giravano per casa, elenchi infiniti di materiale da acquistare, che disgraziatamente al supermercato non riuscivo a reperire (anche io ho una salute mentale da difendere), e microscopio sempre in azione.

Io dico sempre che questi bambini hanno fame di sapere, se guardo mio figlio vedo che quando approfondisce un argomento che gli interessa gli brillano gli occhi e succede solo in quella circostanza e poi il suo corpo fa una specie di balletto, io lo chiamo così, perché dall’eccitazione di far muovere le celluline grigie non riesce a contenersi a livello fisico, quando lo vedo so che sta provando la felicità allo stato puro e so che siamo sulla strada giusta.

Penso che tutti noi genitori vogliamo vedere i nostri figli felici, che facciano attività che adorano ecco i bambini plusdotati adorano argomenti diversi dai coetanei ma sono sempre bambini come gli altri con alle spalle genitori molto spesso esauriti dalle loro richieste.

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