1° maggio: riflessioni sul lavoro, il futuro e i figli
Tanto per cominciare buon primo maggio a tutti…
Oggi tanti italiani faranno riflessioni sul lavoro e, forse, saremo ancora più riflessive noi mamme che pensiamo sia al nostro lavoro che al lavoro per i nostri figli.
Il lavoro presente se i figli sono già grandini, lavoro e prospettive future se i figli sono ancora piccoli.
Quando mi fermo a parlare con altre mamme fuori da scuola questo tema esce spesso.
Di solito comincia a parlarne chi ha anche figli già alla scuola superiore e così poi ci mettiamo a discorrerne tutte insieme.
Le preoccupazioni sono tante ed è vero che lavorare è un diritto ma non è un diritto il lavoro “fisso” come siamo abituati a pensarlo noi italiani, immutabile e granitico per tutta la vita, dovuto malgrado tutto.
Vado controcorrente perché penso che abbiamo il diritto di pretendere che le leggi e lo stato ci mettano in grado di lavorare e di “creare” lavoro, che non lascino spazio a discriminazioni e sfruttamento ma penso che sia sbagliato pretendere che ci sia ancora oggi, per tutti e per sempre, il lavoro fisso in fabbrica o negli uffici come negli anni ‘50.
E’ sbagliato pensarlo semplicemente perché quel mondo del lavoro lì non esiste più, il futuro è già arrivato ma noi non siamo riusciti a vederlo e siamo ancora molto molto indietro.
Noi cambiamo, il mondo cambia e anche il lavoro cambia, si può perdere ma l’importante è saperlo fare bene e con onestà per poterlo ritrovare o ricreare in qualsiasi momento con flessibilità e competenza.
Allo stesso modo è molto indietro la scuola che non aiuta i ragazzi a pensare il lavoro nel modo giusto e sono indietro anni luce il governo e l’assetto legislativo italiani in tema di lavoro.
Io abito in un piccolo centro e mi sembra che nei piccoli centri questo ritardo sia ancora più evidente: ad esempio qui non esiste una scuola primaria (né statale né privata) che offra insegnanti madrelingua per lo studio delle lingue, anche se tutti sappiamo quanto è importante per i nostri bambini imparare l’inglese e quanto è più facile impararlo da piccoli.
Le competenze informatiche sono lasciate ancora all’ultimo posto (a braccetto con le lingue) e i ragazzi, anche grandicelli, usano il computer soprattutto per giocare ma non si rendono conto di quanto è importante sviluppare una conoscenza informatica ad un livello diverso per il loro futuro.
Per la prima volta abbiamo un governo giovane, è arrivato alla vigilia di questo primo maggio e io spero tantissimo che finalmente sia in grado di puntare e risolvere alcuni nodi importanti come questo.
Ce la faranno?