4 buoni motivi per non buttare via il cordone ombelicale
Quando arriva la notizia dell’attesa, con quelle due lineette rosa sul test di gravidanza arriva la felicità, quella pura, inconsapevole di tutto quello che viene dopo.
Appena presa coscienza del frugoletto in arrivo a me hanno cominciato a venire i dubbi e nei sette mesi successivi ho dovuto affrontare le decisioni più difficili di tutta la mia vita prima di quel momento, e dire che avevo 33 anni quando sono rimasta incinta per la prima volta, primipara attempata come dicono in ospedale.
La prima decisione è stata quella della scelta della struttura in cui partorire.
Volevo assolutamente partorire in acqua (le cose poi sono andate molto diversamente, ma questa è un’altra storia…) e così, dopo mille pensieri e la visita fatta di persona ai centri maternità del mio elenco, ho scelto quello dove il parto in acqua era possibile e quasi di routine in assenza di altri problemi.
Una cosa a cui non ho pensato è stata il cordone ombelicale, sono passati più di dieci anni e se ne parlava pochissimo, scoprire oggi che si possono essere applicate nelle terapie per le malattie del sangue, del sistema immunitario ma anche l’autismo, la paralisi cerebrale, la Sla… Oggi non avrei nessun dubbio, lo avrei conservato.
E’ comunque triste scoprire che nel 2016 in Italia i cordoni ombelicali ancora si buttano tra i “rifiuti speciali”, sui giornali si parla addirittura del 95%.
Ma perché è così importante pensare a conservare il cordone ombelicale?
1. Le cellule del cordone ombelicale sono preziosissime perché ancora indifferenziate e possono curare tante patologie per cui adulti e bambini possono rischiare di morire, tra quelle più frequentemente trattate con queste staminali sono: leucemia acuta, linfoma, patologie del midollo osseo, malattie autoimmuni e malattie rare e gli studi sul tema continuano, se vuoi approfondire leggi questo articolo di Rai News.
2. Il momento del parto è l’unico attimo in cui è possibile prelevare le staminali del cordone ombelicale in maniera semplice e veloce per poi conservarle per un uso futuro. Quindi o ci pensiamo prima, in modo che non finisca tra i rifiuti ospedalieri, oppure perdiamo per sempre questa preziosa fonte di cellule staminali.
3. Grazie alle cellule del cordone ombelicale si possono evitare gli espianti invasivi di midollo osseo da donatore vivente. Questi espianti sono degli interventi chirurgici a tutti gli effetti e anche nel caso di trovare il donatore compatibile i rischi per tutti sono alti. Comunque trovare il donatore compatibile non è semplice, ho visto i dati che dimostrano che la probabilità di trovare un donatore compatibile di midollo è 1:100mila, mentre tra tutti i trapianti nel mondo 1/3 sono quelli effettuati tra i familiari. Il cordone ombelicale conservato quindi è un “materiale” pronto per utilizzo clinico non solo sul bambino ma anche tra i familiari più stretti.
4. Buttare tra i rifiuti speciali il cordone ombelicale è come buttare un organo sano, utilizzabile per un trapianto, io non lo farei mai coscientemente.
Nel nostro paese è consentito sia il prelievo per la donazione nelle banche pubbliche (cioè per le altre persone malate compatibili) sia quello per uso familiare nelle banche private, cioè proprio il prelievo del sangue cordonale del bambino al momento della nascita e la conservazione di cellule staminali che possono essere utilizzate al momento del bisogno, sperando di non averne mai necessità.
Questo post è offerto da Famicord, Banca del Cordone Ombelicale e Centro di Ricerca e di Sperimentazione Medica.