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Parto naturale: dal travaglio alla fase espulsiva

Conoscere le fasi in cui si articola il parto naturale ti permette di arrivare a questo importante appuntamento ben preparata e senza ansie.

La fase prodromica

Si svolge prima del travaglio, da alcuni giorni ad alcune ore prima, ed è il momento in cui i nostri tessuti cominciano a prepararsi al passaggio del bimbo.


Non da segnali precisi e può anche passare inosservata, io non ricordo di aver avuto sentore di questa fase ma spesso si sentono piccole contrazioni preparatorie, poco intense ed irregolari nella successione temporale.

Un altro segno può essere la perdita del “tappo mucoso”, una sostanza gelatinosa che sigilla il collo uterino prima della nascita, nella fase prodromica il collo si accorcia, fino ad appiattirsi, a comincia ad allargarsi quindi il tappo mucoso non trova più la collocazione abituale e può fuoriuscire.

Il tappo mucoso può apparire fisiologicamente con qualche striatura di sangue, ma se il sangue che vedi è abbondante e più simile ad una mestruazione è meglio andare subito all’ospedale per un controllo, anche se non hai dolori.

Il travaglio

Nel corso della fase iniziale del travaglio, in genere, si rompono le acque in modo spontaneo.

Quando ciò non succede, è perché le membrane rimangono integre, se l’apertura del collo dell’utero si aggira attorno ai 5 centimetri si rende necessario, quindi, procedere alla rottura provocata delle acque, che consiste nell’amnioressi.

Viene praticata dal medico con guanti sterili e l’ausilio di uno speciale attrezzo a forma di uncino.

Non è dolorosa né per la mamma né per il bambino ma va praticata, secondo le indicazioni dell’OMS, solo in casi specifici di sofferenza fetale, in stato di travaglio avanzato, e quando sia necessario controllare il colore del liquido amniotico, così da essere consapevoli delle condizioni del feto.

Non deve diventare una pratica di routine per quanto non comporti particolari rischi.

A me la fecero durante la seconda gravidanza, in effetti non ho sentito nessun dolore e non mi ha causato altri problemi neppure dopo.

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La fase dilatante

Dopo la rottura delle acque, naturale o manuale, il travaglio comincia sul serio, le contrazioni cominciano ad essere più regolari ed intense.

Dapprima passano parecchi minuti tra una e l’altra e poi man mano diventano più ravvicinate, però non c’è una tempistica uguale per tutti.

La fase dilatante può durare molte ore oppure arrivare in breve tempo alla fase espulsiva, questo dipende sia dalla propria predisposizione personale e familiare, sia dal fatto che sia il primo travaglio o quello di un figlio successivo al primo.

Nel mio caso è stata lunga ma decisamente sopportabile, aumenta di intensità in modo graduale e naturale se non viene accelerata dall’uso di ossitocina o altre sostanze indotte.

Se vuoi un consiglio spassionato tieni sempre a portata di mano spuntini leggeri ma nutrienti e tanti liquidi da bere, mangia e bevi poco per volta ma spesso, soprattutto se il tuo travaglio si allunga nei tempi.

L’energia e i liquidi che immagazzini adesso ti saranno preziosi nella fase espulsiva.

Se la fase dilatante non procede al meglio è d’uso la somministrazione di ossitocina, che permette di accelerare il travaglio: tieni presente, però, che il ricorso a questa sostanza induce un travaglio accelerato con contrazioni molto intense quando l’organismo della mamma non è ancora preparato quindi va somministrata solo in casi specifici e non con leggerezza, è da evitare se le membrane sono ancora integre o se il feto è in posizione podalica o di fronte.

L’anestesia epidurale può essere effettuata più o meno a metà del periodo dilatante, quando si ravvisa un’apertura del collo dell’utero di almeno 2 centimetri: in pratica, nello spazio localizzato tra le vertebre lombari viene applicato un anestetico locale.

Siccome ho provato anche l’epidurale posso dirti che è una meraviglia, puoi camminare e spingere ma non senti più i dolori, neppure quelli più forti causati dall’induzione al parto, una meraviglia!

Se hai paura del dolore chiedila, ne hai diritto.

La fase finale del travaglio

La fase più complicata del travaglio è quella finale e può durare fino a un paio di ore: in questi momento non si fa in tempo a riposare negli intervalli tra le contrazioni successive.

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E’ questo il momento in cui aver bevuto e idratato a dovere il tuo organismo e aver immagazzinato calorie leggere ti aiuterà ad essere più forte ed attiva.

io al secondo parto ho fatto lo sbaglio gravissimo di mangiucchiare durante il travaglio ma di non bere abbastanza, così sono arrivata alla fase finale con le contrazioni ravvicinate e alla fase espulsiva stremata e disidratata, tanto che dopo mi hanno dovuto fare 2 giorni di flebo per reintegrare i liquidi persi.

Quando succede questo il rischio è che tu sia talmente spossata da non riuscire a fare spinte adeguate per far uscire il tuo bambino, a me è successo proprio così e il risultato è stato un tristissimo cesareo.

La fase espulsiva comincia nel momento in cui la circonferenza della testa del nascituro combacia con la dilatazione del collo dell’utero.raccomandazioni OMS per il parto 2018

La fase espulsiva

Anche la fase espulsiva non dura lo stesso tempo per tutte le partorienti; nel parto naturale la donna deve compiere spinte continue e lunghe in modo tale da assecondare il lavoro dell’utero, che nel frattempo si è ormai dilatato del tutto. In genere sono sufficienti non più di cinque spinte (da eseguire con la pancia) per favorire la nascita del bambino.

In Italia non sempre le indicazioni dell’OMS sul parto vengono recepite appieno e si assiste spesso ad un parto troppo medicalizzato e poco rispettoso dei mamma e bimbo.

Le nuove raccomandazioni OMS sono state pubblicate nel febbraio scorso ed è importante che tu ne sia a conoscenza per ottenere il parto che desideri.

Se vuoi informarti e leggerle tutte, puoi scaricare il documento completo (in inglese) cliccando qui=> Raccomandazioni dell’OMS: assistenza intrapartum per un’esperienza positiva del parto

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Il parto naturale - tutto quello che devi sapere dal travaglio alla fase espulsiva

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2 commenti

  • khadi

    Emozionante e strano ripercorrere tutti i momenti del parto dal di fuori in modo scientifico.
    C’è da dire che, nonostante tutto, si ricorda il travaglio come fosse solo un brevissimo attimo (almeno io!) e poi invece solo una grande gioia infinita! E’ che siamo programmati davvero bene : )

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