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Effetti della violenza su bambini e ragazzi: I Want To Be A Soldier

Prendo spunto da questo film uscito recentemente per parlare di nuovo non tanto della TV (dopo Salviamoci da troppa TV e troppi videogiochi), quanto delle scene di violenza in cui sono immersi i nostri figli (anche nella vita di tutti i giorni) e del fatto che abbiamo disimparato a fare i genitori…

Non ho ancora visto il film quindi non mi metto a giudicarlo anche se leggendo qua e là ho trovato tendenti al negativo le critiche di addetti ai lavori, mentre molto più positive e possibiliste quelle del pubblico.

In coda al post vi metto il trailer del film, ma quello in inglese che trovo molto più centrato ed incisivo.


Tutta la trama del film è incentrata sulla scelta dei genitori di consentire al loro figlio maggiore (di 10 anni) di tenere la televisione in camera, con la TV sempre a disposizione e senza alcun filtro né aiuto (nella comprensione delle immagini) adulto Alex si perde in un mondo parallelo che si ripercuote pesantemente sulla vita reale sua e delle persone che gli ruotano intorno.

Su questo ragionamento sono assolutamente d’accordo con la sceneggiatura soprattutto perché la violenza che ci circonda è aumentata in modo esponenziale, ma ancora di più perché mi sono resa conto che i bambini moderni sono del tutto impreparati a filtrarla e a capire quali sono i comportamenti sbagliati e quali sono quelli giusti, problema che non credo avessero le generazioni precedenti.

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Non credo che noi quando eravamo bambini avessimo lo stesso problema a capire e a dividere giusto e sbagliato perchè io di televisione ne ho visto tanta e i cartoni non erano tutti all’acqua di rose, tutt’altro, ma non ho mai avuto bisogno di avere un adulto vicino per capire:

1. che erano solo cartoni e finzione

2. che i comportamenti violenti erano sbagliati e non si poteva riprodurli nella vita reale

Come me tutti gli amici e le amiche che guardavano con me le stesse immagini in televisione (e occasionalmente anche al cinema) capivano perfettamente la stessa cosa senza nessunissimo problema.

Invece i miei figli che sono piuttosto dolci e per nulla aggressivi, hanno una difficoltà spiccata in questo senso e ce l’hanno anche tutti i bambini che conosco dalla loro età in su, spesso anche in modo molto più marcato e non trovo una giustificazione solo nell’aumento delle scene di violenza, questo è un dato innegabile ma non sono convinta che sia l’unica causa.

Analizzato questo fenomeno sto cercando di trovare una spiegazione, seppure empirica, osservando bambini e genitori.

E’ un bel po’ che ci penso, ma l’illuminazione mi è arrivata proprio guardando il trailer di “I Want To Be A Soldier”, da una frase dello psicologo, interpretato da Robert Englund (il Freddy Krueger di Nightmare).

“I bambini devono essere corretti”

Qualche tempo fa ho visto una scena al parco cittadino che mi ha fatto pensare e questa frase me l’ha fatta ricordare.

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Una signora molto molto chic e tutta firmata da capo a piedi con due figli, un maschio e una ragazzina entrambi tra i 7 e i 10 anni, è seduta vicino a me su una panchina, proprio dalla parte dove sono loro c’è un lampione con un cestino per la spazzatura, fissato al palo con due morsetti di quelli grandi, molto robusti.

Mentre la signora rovista nella borsa i due figli riescono a staccare letteralmente il cestino della spazzatura (che prima era perfettamente fissato) e quello crolla a terra.

La madre ingioiellata e impellicciatasi gira, fa una faccia strana ma invece di rimproverare i due piccoli vandali raccoglie borsa e zaini e si allontana con i due frugoletti.

Niente rimproveri, niente castighi, non ha detto nulla ai figli su quanto fosse stupido e sbagliato quel gesto.

Se fosse questo il fulcro di tutto?

 

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